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Risalendo il Rio delle Amazzoni
Viaggio in Amazzonia risalendo il Rio delle AmazzoniViaggio effettuato nel 2009 e in parte ripetuto nel 2010– Durata 40 giorni
Dopo aver pensato, pianificato, immaginato e sognato questa avventura, nel luglio del 2009 ho preso il mio zaino e ho iniziato un viaggio che è stata una vera esperienza di vita .
Sono partito da solo , senza sapere quanto tempo avrei passato in Amazzonia avendo solo deciso la città di partenza e il luogo di arrivo che doveva essere la triplice frontiera.
Nessuna preparazione particolare , molte letture , la profilassi contro la malaria e un grande desiderio.
Partenza da Milano e via Parigi sono arrivato a San Paolo e da lì altre 4 h per arrivare a Belem.
Per chi non conosce l’Amazzonia va detto che ci sono 3 direzioni possibili; quella da me scelta di risalire il Rio Solimoes in direzione Perù/ Colombia attraversando praticamente in linea retta tutta la foresta amazzonica brasiliana , una seconda direzione è risalire il Rio Negro verso il Venezuela e la terza risalire il Rio Madeira verso Porto Velho .
Arrivato a Belem mi sono acclimatato e ho cominciato a cercare l’imbarcazione sulla quale potermi imbarcare e iniziare la risalita.
Belem è una città fuori dai circuiti turistici famosa per uno dei più grandi , pittoreschi e movimentati mercati di tutta l’America Latina, il “ Ver o peso” , dove è possibile osservare le più svariate specie di pesci amazzonici e di frutta e verdura che solo lì è possibile assaggiare.
La barca era un delle tipiche imbarcazioni in legno piena di gente all’inverosimile ; ognuno sistema dove vuole la propria amaca e per circa 7 giorni si naviga condividendo tutto con le altre persone.
Non ci sono turisti ma solo brasiliani , famiglie, bambini da soli, insomma un popolo in movimento.
L’atmosfera è molto allegra, c’è chi prega , chi canta , chi balla e ovviamente si finisce per conoscersi tutti e passare la maggior parte del tempo ad ascoltare le più incredibili storie di vita.
Siamo partiti al tramonto con un sole dalle dimensioni e di colori incredibili sul Rio delle Amazzoni che per le dimensioni e la portata d’acqua è impressionate , in alcuni punti la distanza tra le coste supera i 15 km.
La navigazione ha un ritmo lento ed è sempre vicina alla riva , consentendo così di ammirare la vita del popolo dei “ riberinhos” , il popolo del fiume ; si assiste ad immagini stupefacenti e ci si continua a chiedere come diavolo facciano a vivere in un luogo così duro, così difficile , dove chi comanda non è l’uomo con la sua tecnologia ed il suo costane progresso ma la natura selvaggia .
Dopo 7 giorni di navigazione si arriva a Manaus città per la quale ho provato amore a prima vista.
E’ la vera porta d’ingresso per l’amazzonia più selvaggia e profonda , normalmente i turisti si fermano qui visitando la città e al massimo passando qualche giorno nei dintorni in qualche eco resort per ammirare la natura , ma il mio viaggio prevedeva di spingermi sino alla triplice frontiera attraversando il cuore della foresta .
Manaus è una città incredibile , realmente brulicante di gente dai più bizzarri tratti somatici , negli anni gli indios che qui comincerete ad incontrare , si sino mescolati con brasiliani, neri africani, portoghesi ed olandesi finendo per dar vita ad una città ben più che multietnica.
A Manaus sono sbarcato non sapendo quanti giorni mi sarei fermato, alla fine ho passato 10 giorni , partecipando a feste indios, visitando le favelas su palafitte , assistendo al festival del jazz che ogni anno si tiene al teatro Amazonas vero gioiello della storia dell’arte, passando ore la mattina presto ad ammirare l’arrivo dei pescatori che poi si recavano a vendere il pesce al mercato davanti al porto, immaginate i colori . i suoni e gli odori di un posto del genere .
Mi sono così innamorato di Manaus che l’anno successivo ci sono tornato per 20 giorni.
Ma il viaggio doveva proseguire e mi sono nuovamente imbarcato , con destinazione Tefè."